Domenica pomeriggio –- 28.03.04 -– Intorno incontra l’equipaggio
della Kawkab
Tematica:
1. Su questa Domenica
2. Su Kawkab
3. Sull’appuntamento
4. Sul prossimo incontro
5. Su intorno
link:
http://www.stellamarisfriends.org/
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1. Su questo Giovedì - Ci vediamo sulla Kawkab a Marghera per un pranzo
con l'equipaggio.
L’idea di questo incontro nasce a partire da una serie d’incontri
precedenti con il capitano Louis e il resto dell’equipaggio e dalla proposta
fattagli da alcuni membri di Intorno di organizzare un’attività
con loro, l’idea è quella di passare un po’ di ore insieme
all’ equipaggio, mangiare un boccone e discuttere sulla loro sperienza.
Ci saranno probabilmente degli ospiti che in qualche maniera lavorano con questo
tipo di problematiche apportando le loro esperienze.
Ogni anno per il porto di Venezia passano quasi 200.000 marittimi , in uno spazio
che corrisponde a 2500 campi da calcio, completamente privo di servizi. Quando
la cifra è stata riferita al direttore dell'Autorità Portuale
di Venezia questi ha strabuzzato gli occhi: non lo sapeva, e non immaginava
nemmeno una cifra del genere. A cascata, potete immaginare come anche tutte
le altre Autorità veneziane sapessero poco o nulla di questa "città
nella città". Con il lavoro di Stella Maris' Friends la sensibilità
delle istituzioni ha cominciato a crescere. Molto resta da fare, soprattutto
dal lato del territorio veneziano, che ignora quasi totalmente di ospitare tante
persone che tanta ricchezza portano alla città: il porto commerciale
rappresenta infatti la prima fonte di reddito per il comune di Venezia - uno
penserebbe il turismo, invece non è così.
Parecchi abitanti di Marghera in pratica non sanno che c'è il porto.
Sanno del petrolchimico, sì, molti ci lavorano o ci hanno lavorato, ma
il porto non si vede, non esiste.Le navi abbandonate e gli equipaggi dimenticati,
vittime di armatori senza scrupoli o di compagnie di Stato cariche di debiti
è una realtà sempre più drammatica. Si chiama "dismissione
di navi e di equipaggi a costo zero": i creditori fanno porre sotto sequestro
le navi, gli equipaggi vengono, in pratica, segregati a bordo, senza permesso
di sbarco, senza stipendio, senza viveri.
A volte sono gli stessi marittimi che, non percependo da mesi gli stipendi,
si rivolgono all'ITF (il sindacato che tutela i loro diritti) e chiedono il
sequestro cautelativo: l'obiettivo è quello di mettere alle strette l'armatore
affinché paghi il dovuto. Il più delle volte l'equipaggio, nella
speranza di recuperare i salari arretrati e ricominciare a lavorare con un altro
armatore, attende che la nave sequestrata venga messa all'asta evenduta. L'attesa,
però, può essere di mesi e a volte di anni.
Grazie al telefono messo a disposizione da Stella Maris o da altre organizzazioni,
i marinai della Kawkab si sentono meno isolati.
L' assurdità è che stiamo per incontrare un gruppetto di "detenuti"
che nessuno ha mai posto sotto accusa e su cui non sono mai state emesse sentenze.
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2. Su Kawkab
La Kawkab –16.000 tonnellate, 150 metri di lunghezza - batte bandiera
egiziana, un equipaggio - composto da 4 egiziani e 4 indonesiani - che dal 2001
è senza stipendio, in ostaggio della propria nave, abbondonata nel Porto
di Venezia da un armatore sparito nel nulla. L' armatore è rimasto a
bordo fino a marzo del 2002: successivamente, però, gravato dai debiti
e non più in grado di sostenere l' onere della nave e del suo equipaggio,
è scomparso faccendo perdere le proprie tracce.
Da allora, la Kawkab è la casa-carcere senza sbarre degli otto marinai che non possono ritornare nelle proprie case, se vogliono cercare di recuperare gli stipendi non pagati e che sopravvivono grazie agli interventi di organizzazioni umanitarie come la Caritas, la Stella Maris, la Croce Rossa, o anche di piccole parrocchie del Veneto particolarmente sensibili alle tragedie del mare.
In attesa di un processo interminabile che permetta all'equipaggio
di ottenere il dovuto, gliu omini della Kawkab sono costretti a rimanere sulla
nave ormeggiata in una banchina abbandonata del porto veneziano. La loro nave
è «territorio egiziano»: un luogo sospeso, dove si mescolano
le
regole e le leggi di tutti i paesi.
Qualcuno porta loro cibo, vestiti e ultimamente l’autorità portuale
li ha donato 25 tonellate di nafta, necessaria per tenere in funzione i suoi
generatori e far funzionare così il riscaldamento, la cucina e l’impianto
elettrico, che accendono solo sei ore al giorno. Ma le giornate sono interminabili
nella prigione galleggiante di Porto Marghera, una lunga, paradossale e dolorosa
attesa.
La Kawkab da più di due anni è ormeggiata sul Canale Nord, in
mezzo a strutture di cemento - fabbriche, cantieri, forni, ciminiere - da tempo
in letargo.
FONTI:
Le navi dei marinai prigionieri di Mo Ettore Corriere della sera 21/12/2003
DopoCarosello/Extra - Finché la barca sta
«Marghera canale nord». Marinai perduti
di Andrea Segre
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3. Sull’appuntamento
L’appuntamento è alle 16:00 di domenica 28 marzo all’inizio
di via F. Gioia a Porto Marghera.
Via F. Gioia si trova fra Fincantieri e Wega.
Per chi arriva da Venezia ci si puo trovare a piazzale Roma alle 15:30 davanti
alla biglietteria. Comunque se prendete un altro autobus bisogna scendere alla
fermata dopo il Wega, davanti c’è un piazzale con dei kioschi.
Per chi arriva da mestre bisogna scendere alla fermata dove finisce la Fincantieri.
Vi chiediamo di portare degli spuntini e delle bibite che possiamo consumare
con i componenti dell’equipaggio.
Sarebbe carino ricambiare la loro gentile ospitalità con degli omaggi
consistenti in lampadine,pile ed ogni altra cosa utile a loro.
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4. Sul prossimo incontro
rimani in ascolto sui prossimi aggiornamenti.
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5. Su Intorno.
Il progetto nasce nell'ambito di un laboratorio universitario dello IUAV-FDA
Venezia, guidato da Cesare Pietroiusti e Rene Gabri, che intende espandersi-allargarsi
verso un contesto più ampio. Per questo motivo, di volta in volta, i
luoghi degli incontri cambieranno a seconda delle tematiche proposte, permettendo
così un confronto diretto con differenti realtà. La proposta è
quella di creare-suscitare interrogativi come generatori di un processo "creativo".
Stay tuned!